Trump, l’ingegnere del caos
La manovra tariffaria di Donald Trump ha scatenato il panico nei mercati di tutto il…
La manovra tariffaria di Donald Trump ha scatenato il panico nei mercati di tutto il…
Il governo inserisce in un decreto legge, approvato il 4 aprile in Consiglio dei min…
Un anno fa i sindacati presentavano la piattaforma per il rinnovo dei ccnl metalmecc…
Quella che prende forma in vista del 15 marzo non è una piazza genericamente europeista che si batte contro le estreme destre e per il sostegno all’Ucraina, come ce ne sono state altre nel recente passato. È, al contrario, una piazza che in nome della riaffermazione dei presunti valori europei avvalla e sostiene una folle corsa al riarmo. Questo avviene con i partiti del centrosinistra schierati al gran completo e con la partecipazione di alcune delle principali organizzazioni del movimento operaio. Il momento è grave. Serve un’immediata reazione antimilitarista e antimperialista, mettendo al centro l'indipendenza e la forza della classe lavoratrice, senza nessun cedimento all'europeismo liberale.
L'8 marzo, Giornata Internazionale della Donna, rappresenta un momento cruciale per …
Pochi giorni fa sui giornali è uscita la notizia della presunta adesione delle segre…
L'8 marzo scendiamo nuovamente in piazza, in un mondo sconvolto da crisi e guerre. Contro l'estrema destra misogina e LGTBfobica di Donald Trump e dei suoi alleati, e anche contro le altre false alternative politiche che sostengono il capitalismo, alziamo le nostre bandiere del femminismo socialista, antimperialista e internazionalista.
Negli ultimi mesi, in risposta ai tagli e alla riforma Bernini, abbiamo visto nascere in varie città universitarie assemblee precarie, formate da student*, ricercator* e lavorator* precar*. La scorsa settimana c’è stata la prima assemblea nazionale, in cui sono state poste le basi per i successivi mesi di mobilitazioni. La chiave di volta di questa mobilitazione sarà la capacità di estendersi e costruire alleanze con la componente studentesca e altri settori di precariato, dentro e fuori l’università.
Il movimento universitario che si ritrova in assemblea nazionale in questo fine sett…
Il movimento in corso in Serbia continua senza sosta dopo quasi tre mesi di mobilitazione. Gli studenti continuano a occupare la maggior parte delle università del paese e venerdì scorso settori più ampi della società hanno scioperato per esprimere il loro sostegno agli studenti e sfidare il regime. Una prima vittoria è stata ottenuta con le dimissioni del primo ministro Miloš Vučević.
Il cessate il fuoco a Gaza riflette la tensione tra le pressioni internazionali e le contraddizioni interne del governo Netanyahu, che affronta una crisi politica dopo il fallimento dei suoi obiettivi di guerra. Mentre le masse palestinesi celebrano una vittoria morale di fronte al genocidio, l'occupazione coloniale continua con nuovi attacchi in Cisgiordania e una persistente resistenza al regime di apartheid.
Siamo a pochi giorni da un fine settimana di sciopero per tutto il settore ferroviario, lanciato da USB, CUB, SGB e dall’ Assemblea PdM-PdB – il coordinamento autorganizzato del personale di bordo e di macchina a cui collaborano vari sindacati di base. Si tratta di una nuova data importante - dopo lo sciopero del 12 dicembre scorso - in cui i lavoratori di tutti i sotto-settori della mobilità su rotaia (infrastruttura, circolazione, macchinisti e capitreno) possono lottare insieme per un rinnovo del contratto con riduzione dell’orario di lavoro e forti aumenti salariali; per dire no all’accordo del 10 gennaio ai danni dei manutentori, ma anche ai tentativi da parte di Salvini e del governo di reprimere i ferrovieri con la legge anti-sciopero 146 e continuare a mantenere sotto-finanziato e subordinato al profitto il trasporto pubblico (questa la causa dei ritardi dei treni, non i fantomatici “sabotatori” agitati dal ministro). Per l’occasione, pubblichiamo un’intervista a Ezio Gallori, storico macchinista in prima fila nelle lotte dei ferrovieri tra il 1957 e il 1996, tra i fondatori del Coordinamento Macchinisti Uniti (CoMU), organismo autorganizzato che ha fatto da punta di lancia per gli scioperi nelle ferrovie fino agli anni 1990. Classe 1938, Gallori continua oggi ad essere attivo nelle lotte dei pensionati e nello storico giornale dei macchinisti autorganizzati Ancora in Marcia!. In questa intervista, a partire da domande sulle lotte del passato, emergono spunti ancora attuali per quelle del presente: l’importanza dell’organizzazione dal basso e democratica dei lavoratori, indipendente dalle direzioni burocratiche dei sindacati confederali, ma anche in grado di coinvolgere i lavoratori a prescindere dalla tessera sindacale; il ruolo che possono giocare i ferrovieri contro la guerra, ma anche in battaglie contro le nocività e per l’ecologia; la centralità della costruzione dei rapporti di forza e dell’unità dei lavoratori per vincere contro padroni, governo e repressione.
Pubblichiamo la dichiarazione congiunta dei gruppi e dei giornali che costituiscono …
Questo venerdì l’Unione Sindacale di Base ha proclamato sciopero generale per rilanc…
Bashar al-Assad ha lasciato la capitale siriana Damasco domenica sera. Le milizie di…
Mentre l'elezione di Trump ha aperto la strada a una possibile risoluzione del confl…
L’autorganizzazione espressa dai ferrovieri in lotta e le loro posizioni di apertura…
Milioni di lavoratori hanno aderito allo sciopero generale indetto dai sindacati mag…
Lo sciopero non deve rimanere una data isolata: trasformiamolo in un primo momento di convergenza intersindacale tra lavoratori e di alleanza col movimento studentesco e per la Palestina, per costruire un piano di lotta contro il governo.
A un anno dal femminicidio di Giulia, dall'offensiva genocida israeliana a Gaza e a pochi giorni dallo sciopero nazionale indetto da Cgil e Uil, donne, queers e alleati tornano in piazza a Roma e in tutto il Paese per la giornata internazionale contro la violenza di genere. Pubblichiamo la dichiarazione della corrente femminista socialista Il pane e le Rose – Pan y Rosas Italia, che rivendica la ricostruzione di un movimento in cui organizzare la nostra rabbia attraverso la convergenza con sindacati e organizzazioni sociali per riuscire a capovolgere il sistema imperialista basato sull’alleanza tra capitale e l’etero cis patriarcato.
L’offensiva di Confindustria contro la piattaforma dei sindacati confederali fa salt…
Martedì 5 novembre è l’election day: gli statunitensi sceglieranno un nuovo presidente tra Donald Trump e Kamala Harris Qual è la posta in gioco? Come potrebbe cambiare la politica interna ed estera del Paese?
Nonostante le previsioni disastrose, né il governo regionale né quello centrale hanno pensato di sospendere le attività. Le inondazioni hanno intrappolato decine di migliaia di persone al lavoro o sulla strada di casa. Come abbiamo visto con la pandemia, i loro profitti ancora una volta vengono prima delle nostre vite.
Dopo il rimbalzo post-COVID, da vari mesi l’industria italiana è tornata ad arrancare, con il caso emblematico dell’automotive, questo venerdì 18 ottobre in sciopero. Nel frattempo, a fronte di salari stagnanti rispetto ai profitti e all’inflazione, aumentano le rivendicazioni dei lavoratori. Nell’articolo forniamo alcuni elementi per capire la crisi industriale in Italia e criticare gli argomenti dei padroni - ma anche di certi dirigenti sindacali - per tenere bassi i salari e non lottare.