Pochi giorni fa sui giornali è uscita la notizia della presunta adesione delle segreterie dei sindacati confederali CGIL, CISL e UIL alla piazza “per l’Europa” del 15 marzo proposta da Michele Serra e sostenuta dal centrosinistra. CISL e UIL hanno confermato, mentre la segreteria CGIL a breve si esprimerà. Se già con l’austerità dell’epoca della crisi dei debiti sovrani europei era emersa prepotentemente la natura neoliberista e padronale dell’Unione Europea, l’attuale imporsi di un’agenda politica di riarmo continentale rende più esplicitamente pericolosa l’adesione a una piazza di questa natura. In particolare è molto preoccupante se le principali organizzazioni dei lavoratori e delle lavoratrici fanno da sponda alla costruzione del consenso “europeista” intorno ai piani di riarmo, persino – come si ipotizza nel caso della CGIL – con l’illusione opportunista di un sostegno “critico”.

All’interno della CGIL questa ipotesi di adesione sta causando malumori, con ampi settori di iscritti e delegati disorientati da ciò che trapela dalla segreteria. Le aree di opposizione di sinistra – ovvero Radici del Sindacato e Giornate di Marzo – si stanno esplicitamente opponendo con appelli che invitano al boicottaggio della piazza del 15 marzo, in un quadro di crescita delle tensioni interne. Come Voce delle Lotte invitiamo a sostenere e diffondere questi appelli, pur mantenendo le nostre criticità nei confronti delle attuali aree di opposizione CGIL. Difatti non possiamo non notare come le opposizioni CGIL non abbiano seriamente investito risorse nella lunga battaglia condotta dal Collettivo di Fabbrica dell’ex-Gkn (il quale è anche 100% Fiom e vicino all’opposizione interna!) e in generale non riescano ad essere un punto di riferimento credibile per la lotta di classe nel nostro paese. Sosteniamo ciò proprio perché convinti dell’importanza del costruire una presenza della sinistra rivoluzionaria nel sindacalismo di massa, quindi convinti dell’importanza di un’efficace opposizione di sinistra in CGIL. Un’opposizione che sia portatrice nel concreto delle migliori pratiche di lotta della classe lavoratrice, mettendo al centro come propria punta di diamante avanguardie come quella rappresentata dagli operai ex-Gkn.


 

La Cgil non partecipi alla manifestazione reazionaria del 15 Marzo

Siamo Rsu, iscritti, dirigenti e semplici simpatizzanti della Cgil. Apprendiamo con grande disappunto della partecipazione della Cgil alla manifestazione “europeista” indetta per il 15 marzo a Roma da Michele Serra. E’ una manifestazione reazionaria e guerrafondaia! Le affermazioni della presidentessa della Commissione Europea Von der Leyen sono eloquenti: “È urgente riarmare l’Europa”. È una manifestazione che chiede di impegnarsi militarmente in sostegno dell’Ucraina. Non sono sufficienti le centinaia di migliaia di morti e il disastro economico e sociale che ne è conseguito in quel paese e in tutta Europa pagato dai lavoratori, in questi 3 anni di guerra? Come si può aderire ad una manifestazione in sostegno suo e di istituzioni totalmente al servizio dei ricchi e delle multinazionali? Come si può sostenere una Unione Europea che taglia la sanità pubblica per finanziare l’industria delle armi e le guerre imperialiste?

Una Unione Europea che porta avanti politiche di repressione verso chi lotta e di compressione dei salari e dei diritti dei lavoratori in nome del profitto dei grandi capitalisti. Una Unione Europea che porta avanti politiche razziste e fa accordi con Libia e Turchia affinché con i migranti facciano il lavoro sporco al posto suo, e che sostiene il genocidio dei palestinesi ad opera di Israele.

Non a caso, a questa manifestazione fintamente apartitica, hanno aderito sindaci e partiti sia di centro sinistra che di centro destra. Si pensa forse davvero che la Von der Leyen sia l’alternativa a Trump?
Con quale coerenza la Cgil può continuare a rivendicare la difesa della sanità pubblica o l’aumento dei salari sostenendo questi macellai che stanno a Bruxelles?
Si passa dall’appello alla “rivolta sociale” dello sciopero dello scorso novembre all’idea che ci si debba concentrare sul voto ai referendum passando per l’adesione a questa manifestazione che, non a caso, ha visto l’immediata adesione della Cisl. L’unico disarmo che sta sostenendo la Cgil è quello dei lavoratori nel conflitto di classe in atto!
Come militanti della Cgil chiediamo al nostro sindacato di ritirare immediatamente la propria partecipazione a questa manifestazione apertamente reazionaria.
La via è quella di una vera mobilitazione contro questo governo filo padronale attraverso la proclamazione di scioperi e manifestazioni a sostegno dei salari, della sanità e scuola pubblica, del diritto alla casa e alla pensione.

Per aderire a questo appello scrivi a no15marzo@gmail.com.

(su giornatedimarzo.it trovate la lista dei firmatari)


 

Il 15 marzo in piazza per le armi. Non in mio nome. Contro ogni Europa che diventa potenza.

La manifestazione convocata per l’Europa da Michele Serra e da Repubblica il prossimo 15 marzo ha un evidente obbiettivo politico. Proprio quando la Commissaria europea Ursula von der Leyen chiama ad un significativo e veloce riarmo europeo, proprio quando il Consiglio Europeo si appresta a discutere (e probabilmente varare) un nuovo piano straordinario diretto a finanziare questo riarmo (si ipotizzano 800 miliardi di euro), questa manifestazione vuole sostenere la prospettiva di un Europa più federale, capace di dotarsi degli strumenti politici, finanziari e militari per competere con gli USA e la Cina.

Si raccoglie e si rilancia così gli appelli degli scorsi mesi di Enrico Letta, di Mario Draghi, di Romano Prodi a trasformare l’Unione Europea per farla concorrere con gli altri principali poli mondiali, in questa nuova stagione di competizione, guerra commerciale e conflitti militari.

Da diversi giorni siamo in attesa di una decisione della segreteria nazionale CGIL: diversi media hanno dato la notizia di una sua adesione, altri l’hanno data intenzionata a partecipare all’iniziativa, senza che ad ora ci sia ancora stata una comunicazione all’organizzazione, ai lavoratori e alle lavoratrici, all’opinione pubblica. Di fronte al valore politico di questa scelta, questo è stato disorientante, sarebbe se non altro stato utile coinvolgere l’Assemblea Generale della CGIL, il suo principale organismo dirigente.

È possibile che alla fine si arrivi ad una qualche presenza in quella piazza, anche sulla base di un documento condiviso con altre associazioni de la Via Maestra. Nell’ambiguità della convocazione, si ritiene probabilmente di avere gli spazi per proporre in quella manifestazione un’Europa sociale o un orizzonte di pace. Forse si pensa possibile costruire quelle prospettive insieme o attraverso una logica di competizione internazionale, forse si pensa di avere la possibilità di sviluppare così un’alternativa a Trump e alle destre reazionarie. Noi non ci saremo.
L’Unione Europea si è costruita sulle lacrime e sul sangue dell’austerità, della compressione dei diritti sociali e del salario globale: oggi sta faticosamente provando a darsi una prospettiva di potenza in una dinamica di guerre e barbarie.

Questa prospettiva non è un’alternativa a Trump, ma come già è stato con le politiche neoliberiste, porterebbe le forze della sinistra ad assumere obbiettivi e pratiche della destra: si diventerebbe così gli artefici di politiche reazionarie, militariste e guerrafondaie. Gli interessi e le prospettive del lavoro stanno da un’altra parte: non in quella piazza, non in quel percorso.

Per questo, nel rispetto dell’organizzazione e delle sue identità, noi non ci stiamo. Al XIX congresso della CGIL, quando è stata data la parola a Giorgia Meloni, ci siamo alzati e siamo usciti dalla sala, cantando Bella Ciao e lasciando nelle nostre sedie i peluches che ricordavano la strage di Cutro, l’orrendo esito delle sue politiche di governo. Oggi, scegliamo di non esser in quella piazza e di rimarcare il nostro contrasto ad un’Europa di potenza, rilanciando il nostro impegno nella costruzione di un movimento contro la guerra, contro il riarmo, contro la militarizzazione sociale di questo paese e del continente europeo.

Le Radici del Sindacato. Area congressuale alternativa in CGIL